Anno B
LETTURE: Pr 9,1-6; Sal 33; Ef 5,15-20; Gv 6,51-58
Mangiare il “segno” di un sacrificio d’amore per lasciarsi trasformare da questo Amore e diventare a nostra volta Amore
Nella tradizione Ebraico Cristiana Il banchetto Sacro, comune a tutte le religioni, non è semplicemente un modo per unirsi alla divinità e attraverso di Lei a tutti coloro che insieme celebrano questo rito, ma è momento di rinnovo dell’Alleanza stipulata di Dio con il Suo popolo.
Lo era la Cena pasquale ebraica, i cui segni rimandavano alla legge e alla terra, con essi si ringraziava per il dono ricevuto e si rinnovava l’impegno a viverli nella fedeltà ai suoi precetti.
Lo è la Cena Cristiana, che riprendendo i segni del Pane e del Vino della cena Ebraica, rendono presente in mezzo a noi, i doni della Nuova Alleanza: il Mio Corpo dato per Voi, il Mio sangue sparso per Voi. Prendete e mangiate per entrare in profonda sintonia con loro.
Nella grande preghiera Eucaristica il Sacerdote infatti, invoca due volte lo Spirito Santo. Primo, perché il Pane e il Vino diventino Il Corpo e il Sangue di Cristo, e secondo perché coloro che mangeranno di questo unico Pane e berranno a questo unico Calice siano “uno”, realizzando così il cuore della grande preghiera Sacerdotale di Gesù nell’ultima Cena: “Padre siano Uno, come Io e Te siamo uno, perché il mondo creda”.
Partecipare alla messa, a questa cena della Nuova ed Eterna alleanza, non è semplicemente fare memoria di un fatto che ha segnato un rapporta nuovo dell’uomo con Dio, ma è desiderare di diventare una cosa solo con Lui (Comunione) per essere nel mondo segno eloquente di questo Amore. Chi incontra i cristiani che partecipano all’Eucaristia, dovrebbe incontrare e sperimentare l’Amore di Cristo, e realizzare quanto nel catechismo abbiamo imparato: Il Cristiano è Cristo oggi nel mondo.
Come Cristo, l’uomo nuovo, il cristiano è parte di un popolo vincitore del male e della morte, quindi destinato alla vita eterna.