OMELIA XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno B

LETTURE: 2 Re4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15

Iniziamo oggi la lettura del Capito sesto di San Giovanni, continuerà nelle prossime domeniche d’Agosto.

Si narra il secondo segno che secondo la tradizione rabbinica Colui che era il Messia lo avrebbe dovuto compiere per dimostrare l’ autenticità della sua missione; ripetere, come nuovo Mosè, il miracolo della manna. Il popolo vede e capisce e proclama entusiasta: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!»

Gesù prenderà spunto da questo “segno”, per offrire a tutti noi una grande catechesi sull’Eucaristia, la nuova manna, il nuovo pane che Egli darà non sazierà semplicemente la fame materiale, ma sarà il vero cibo per sostenere il cammino per la vita eterna: “La mia autostrada per il cielo”, sintetizzerà in modo splendido il beato Carlo Acutis.

Che si parli di Eucaristia è chiaro sin da subito. Tutto è compiuto in un contesto preciso: siamo vicini alla Pasqua, e Gesù ripete i gesti legati ancor oggi a questo Sacramento: Alzò gli occhi… rese grazie… spezzo i pani… li diede a quelli che erano seduti…

C’è però subito un fraintendimento a cui Gesù vuole sottrarsi per non ridurre la grandezza di ciò che sta offrendo e proponendo: “Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.”

L’uomo farebbe subito re chiunque fosse in grado di risolvere i problemi economici: “dar da magiare per niente” Gesù non può accettare l’ entusiasmo della folla che nasce da questo presupposto, e si ritira: Avrà un’altra regalità da proporre e che ha in questo segno il suo compimento più alto. Dare la vita, perché l’uomo abbia la vita e la vita in abbondanza.L’episodio di oggi è dunque una grande introduzione, per capire meglio quanto andremo meditando nelle prossime domeniche: la presentazione di un segno, la rottura brusca con la folla perché questo segno non sia mortificato e la ricerca di un luogo adatto, per offrirne una spiegazione piena, che certo non convincerà tutti, ma che sarà il fondamento per comprendere meglio per chi si fi da. “crede”

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